L'ANTICO MESTIERE DELLA SARTA
- Valentina Maugeri
- 27 feb 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 10 mar
Il lavoro delle nostre nonne, uno dei mestieri artigianali più ricercati di sempre, il più femminista del secolo scorso, se pensiamo che nel Secondo dopoguerra, soprattutto nel meridione italiano, questo esercizio ha permesso a tantissime donne di uscire dalle case paterne e di svincolarsi dall’unico destino di moglie e madre: diventare una SARTA.
Tra gli anni '50 e '60, fin da bambine si aveva la possibilità di apprendere una professione semplicemente frequentando le sartorie del paese o le case della “maestra”, seguendo delle lezioni che avvenivano soprattutto in estate, quando le scuole chiudevano, avendo così la possibilità di imparare tutti i trucchi del mestiere e contribuendo alle commissioni che venivano affidate alla sartoria.
Tagliare, assemblare, imbastire, cucire a mano e poi a macchina necessitavano di requisiti quali: abilità manuale, pazienza, costanza, grande precisione ed infine buon gusto, che per quell’epoca doveva essere rigoroso e morale, e soprattutto semplice per necessità economica, anche perché a quei tempi l’abito doveva durare molti anni e spesso necessitava di modifiche e riparazioni, secondo i cambiamenti fisici del cliente.
Le donne sono sempre state legate al tessuto ed all’abito, in particolar modo se pensiamo al lavoro di tessitura a cui sono state destinate fin dall'epoca preistorica.
Poi, a partire Medioevo, soprattutto in Italia, la crescente raffinatezza dell'arte tessile e le richieste provenienti dalla Corte, ma anche dal popolo, ha portato tale abilità a divenire sempre più appannaggio degli uomini, portando alla successiva nascita della figura del "rappezzatore" poi evoluta in quella del “sarto liberale”, uno dei mestieri mercantili dell’epoca, praticato da mastri bottegai abili nel taglio delle pregiate stoffe ed al cui interno delle loro botteghe vi era rara una manodopera femminile specializzata nel cucito.

Foto di Valentina Maugeri presso Zuccarello Tessuti, Catania
Oggi la massiccia diffusione delle confezioni industriali in serie degli abiti ed il conseguente abbattimento dei costi, ha cambiato da diversi anni le richieste dei consumatori, rendendo più rara questa professione, che si riserva per lo più a riparazioni e modifiche.
Sono infatti pochi i consumatori che fanno richiesta di abiti su misura, come al contempo si è ormai persa la tradizione di imparare questo prezioso mestiere.
Ciò nonostante è ancora molto richiesto dall'industria della moda, soprattutto dal ramo dell'Alta Moda: le figure professionali più ricercate in Italia sono la sarta modellista e la sarta prototipista.
Resiste anche, nella già menzionata Italia meridionale, la pratica delle piccole botteghe artigiane e degli atelier privati, che continuano ad offrire la realizzazione di capi unici e su misura per occasioni cerimoniali.
Il mestiere della sarta è comunque destinato a NON scomparire anche grazie al sempre più crescente interesse verso il second hand ed i capi vintage, che necessitano spesso di modifiche o di intere rivisitazioni per adattarsi ai gusti del nuovo possessore, richieste che un'abile e creativa sarta sarà in grado di soddisfare.

“Il vero artista è il sarto”, Gianni Versace.
Anche le vostre nonne hanno seguito delle lezioni di cucito da giovani?
E voi vi siete mai affidati alle mani di una sarta per la realizzazione di un capo su misura? O per modificare secondo i vostri gusti un capo già pronto?
Fatemelo sapere nei commenti!
Le mie nonne hanno trasmesso in me questa passione, non posso che essere grata!