STUDIARE FASHION DESIGN NEL 2025: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE PRIMA DI INIZIARE
- Valentina Maugeri

- 16 set
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 31 ott
La fine di una stagione e l'arrivo di un'altra segnano un periodo di pre-immatricolazioni, iscrizioni e di nuove decisioni da prendere: è Settembre mese che rappresenta da sempre il "Gennaio della vita": non tanto per i buoni propositi, ma perché ci riporta inevitabilmente a quando tornavamo tra i banchi di scuola.
In effetti, l'arrivo del nuovo anno nei mesi invernali, mentre i giorni settembrini – dopo la lunga ebrezza estiva – hanno davvero il sapore di un nuovo inizio.
Cari lettori, presenti e futuri, probabilmente qualcuno di voi troverà questo articolo nei prossimi giorni o magari tra qualche anno, cercando pareri e punti di vista prima di intraprendere un percorso di studi in Fashion Design.
Qualsiasi sia il vostro scopo, benvenuti in questo nuovo articolo!
Vi scrivo a cuore aperto: sono ormai al quarto, quasi quinto anno di questo cammino iniziato nel 2019 all’Accademia di Belle Arti, interrotto da una pausa di due anni e poi ripreso con più consapevolezza.

Studiare Fashion Design nel 2025: rischi e opportunità
Studiare fashion design nel 2025 è come giocare alla roulette russa: bello, entusiasmante ma estremamente rischioso: uno dei settori più competitivi e saturi presenti sul mercato, che sforna ogni anno migliaia di studenti dalle mille mila accademie private e pubbliche presenti in Italia e nel mondo, in cui ad uscirne vivo è solo chi riesce a fare davvero la differenza.
Ecco quindi alcuni prerequisiti essenziali che avrei voluto conoscere prima di iniziare e che nel 2025 risultano essere essenziali:
1) Disegnare bene non è essenziale ma imparare a farlo in digitale si!
Non è necessario avere la mano di Giotto nel disegno cartaceo o saper disegnare perfettamente l'anatomia del corpo umano, ciò che conta è allenarsi e, soprattutto, avere idee da raffigurare. oggi però non basta la carta: i software digitali come Procreate, Vectornator o Adobe Illustrator velocizzano il lavoro e sono richiesti in ambito professionale.

2) Modellistica e sartoria: ciò che fa la differenza
Durante il percorso universitario non vi insegneranno a cucire!
Ma voi, dovete almeno impararne le basi!
Se un tempo gli stilisti che hanno fondato il concetto di Made in Italy potevano permettersi di non saper cucire (ad eccezione di alcuni grandi nomi) oggi non è più così.
La conoscenza di modellistica e tecniche sartoriali vi permette di capire le parti di un capo, la loro resa tessile e la fattibilità dei vostri figurini.
Durante il percorso di studi si ci dovrà spesso arrangiare da soli, le ore di laboratorio non saranno mai sufficienti, quindi avere delle basi di cucito e l'attrezzatura per farlo in casa è fondamentale. Oltre ciò, in questo mercato saturo di appassionati di moda, imparare la confezione può fare davvero la differenza! Tra l'altro modelliste e sarte sono figure ancora molto ricercate.

3) Studiare bene la storia della moda e benissimo quella presente
Se pensavate che in questo percorso di studi avreste trovato solo di disegni e creatività, vi sbagliavate. Bisogna aprire i libri, perché è solo studiando il passato che possiamo comprendere il presente ed il futuro.
Ma un consiglio che vi do è quello di non stare sempre con la testa piegata a leggere: osservate tutto!
Osservate i comportamenti della gente per strada, il modo di abbigliarsi, di comprare, cercate di capire cosa cercano e per quali motivi.
Domandatevi perché un fenomeno banale – come la molletta a fiore hawaiano attaccata alla borsa(di cui devo ancora comprenderne il senso) – esploda e diventi virale.
Studiate quali marchi presenti nel mercato sono più forti rispetto ad altri e se un marchio è peggiorato.
Non siate "a senso unico" e stretti nella vostra visione personale.
Tutto questo vi gioverà soprattutto se il vostro obiettivo futuro è aprire un brand.
4) Il mondo 3D non è più opzionale
Se una scuola/Accademia non ha tra il proprio piano di studi ha modellistica 3D non iscrivetevi!
I softwer di modellazione 3D sono il futuro anche nella moda, ed è una competenza sempre più richiesta dalle aziende.
5) Portfolio: il vostro biglietto da visita
Iniziate a costruire ed aggiornare frequentemente un portfolio: lavorare bene ai progetti per gli esami è essenziale, non tanto per prendere un bel voto, quanto per avere del materiale fatto bene da inserire nel proprio archivio digitale, che non deve essere una pagina Instagram improvvisata (errore che feci io nel 2021).
Sappiate anche che molte accademie lo richiedono come pre-requisito ai colloqui di ammissione.
Tra i vari softwer che potete usare per il vostro portfolio online vi sono: Behance, Wix, Pixpa, ma anche Canva o Adobe Indesign.

6) Tessuti: una conoscenza che richiede esperienza
Sto per dire una cosa a cui molti forse non crederanno: tantissime sarte, commesse di atelier e negozi prestigiosi non conoscono spesso le differenze tra tessuti simili tra loro. Sicuramente ne conoscono la mano, ne individuano la vestibilità, la resa, la caduta, che fondamentalmente sono gli elementi che contano di più nel loro specifico lavoro, ma se voi volete fare la differenza come fashion designer bisogna anche approfondire la conoscenza storica, chimica e tecnica dei tessuti.
E vi assicuro: neanche quattro anni di studi basteranno, ma sarà la continua ricerca che farà la differenza.
Ps. a me personalmente ha aiutato molto lavorare come addetta vendite nell'abbigliamento.
I miei consigli
Avrei voluto ricevere queste informazioni quando ho iniziato, nel 2019.
Rispetto a qualche anno fa ad oggi girano molte più info sui social, ma alcuni aspetti si danno per scontati o non se ne parla mai abbastanza.
Le difficoltà che si possono incontrare durante il percorso saranno molteplici, ed anche se dopo la Laurea magistrale vi sentirete incompleti, sappiate che non si sarà mai completamente arrivati.
Spero con questo di non avervi scoraggiati: ricordate che ciascuno di noi ha il suo proprio tempo, non è una gara a chi arriva prima.
Se i vostri desideri fanno tardi a realizzarsi ricordate che anche a 40 anni non è mai troppo tardi per poter riaprire quel cassetto pieno ormai di ragnatele ( e qui cito a stimata Gerardina Trovato, di Catania come me, che in "Non ho più la mia città" si era rotta un po' come me del Sud poco speranzoso per noi giovani).

A chi sta per intraprendere questo percorso dico: siate curiosi, disciplinati e soprattutto autentici, perché in un mare di studenti e progetti, accompagnato a volte da confusione, egocentrismo e poca umiltà, le uniche vere armi che avete è la vostra unicità ed anche la possibilità di collaborare con gli altri: Il networking è importante.
Continuate a sognare con i piedi per terra. e ricordate soprattutto che il vero traguardo non è la laurea!
Studiare moda non significa solo imparare ad ideare abiti, ma costruire un modo di osservare la società e di di avere voce in un mondo molto caotico.
Quindi a voi che state per iniziare questo percorso o avete in progetto di farlo prossimamente in bocca al lupo!
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